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Il 3 ottobre 2021 è stato inaugurato a Lampedusa il Percorso della Pace. Si tratta di quattordici tappe simboliche e fisiche allo stesso tempo, che rappresentano i luoghi della memoria, dell’arte e dell’impegno sociale dell’isola, un itinerario che non vuole solo ricordare, ma che vuole anche essere il punto di partenza per costruire un futuro migliore, in un’isola accogliente che vuole la pace.
Un percorso, promosso dal Border Towns and Islands Network, che tiene traccia e memoria, mette in relazione, unisce i punti (e le tappe) di luoghi e monumenti molto differenti tra di loro, per storia e significato, ma che raccontano in fondo la stessa filosofia, quella della pace, che non è solo assenza di guerra, ma passaggio dalla violenza alla diplomazia, dalla ferocia alla solidarietà, dalle disuguaglianze alle pari opportunità, dalle libertà individuali al rispetto della diversità. Un percorso nel tempo e nello spazio, per restituire a Lampedusa la complessità e la ricchezza della sua storia, da troppo tempo limitata solo alla narrazione degli sbarchi. Ma questo percorso non nasce solo per raccontare il passato, né per ricordare solo il presente, volendo invece prima di tutto generare – passo dopo passo – l’attivazione di un futuro differente. Il Percorso è una prima tappa sulla strada per la nascita di un Centro Studi per la Pace a Lampedusa, che metta in connessione il territorio con il mondo, che offra ai giovani lampedusani e di Linosa un’alternativa alla migrazione, che porti l’isola fuori da quella logica di esclusione, che per decenni ne ha fatto un confine, per confinati politici e criminali prima e per i migranti adesso. Lampedusa non vuole più essere solo l’oggetto di un racconto, ma il soggetto di una proposta culturale ed etica, con lo sviluppo di un Centro che si candidi a essere luogo dove la pace diventi un progetto politico. Guerra e cambiamento climatico, povertà e fame, sono elementi che concorrono a generare le migrazioni e – al di là della retorica e del populismo – solo studiando questi fenomeni, coinvolgendo i paesi d’origine dei migranti, concorreremo tutti a un futuro migliore. Questo percorso è un primo passo, anzi, sono quattordici passi, per iniziare un lungo viaggio verso il futuro per l’isola e per il mondo.