Obelisco “Cassodoro“
35°30'09.2'' N 12°36'33.1'' EObelisco “Cassodoro“
35°30'09.2'' N 12°36'33.1'' EHo voluto mettere nell' obelisco
una presenza di sassi e corde dei marinai, dei rischi e dei rifiuti del mare, dell’esperienza estrema dei pescatori
Arnaldo Pomodoro
In Piazza Libertà, nel cuore del centro abitato di Lampedusa, di fronte alla sede del Comune, svetta dal 1988 l’obelisco realizzato dal grande artista italiano Arnaldo Pomodoro. L’opera, chiamata Cassodoro, è un omaggio ai caduti di tutte le guerre. Realizzata in bronzo, alta cinque metri, larga 90 centimetri, si posa su una serie di massi.
Il colore del bronzo ha qualcosa di prezioso; la chiarità e la limpidezza di tante pagine scritte, documento e memoria, si moltiplica nei quattro lati, e racconta con segni incisi e rilevati, di storie, di opere, di preghiere. L’obelisco di Arnaldo Pomodoro invita alla più alta considerazione del passato, a celebrare una sorta di totem dell’umanismo creato dagli uomini e dalle donne di oggi per gli uomini e le donne di domani. E non celebra, come in altri monumenti, il ‘sacrificio’ delle vittime della guerra per la grandezza della patria, ma ricorda il dolore che ogni guerra porta nelle comunità che – ieri come oggi – ne sono colpite. Vittime di guerra sono le persone e le memorie, e Cassodoro ricorda a tutti che ogni guerra chiede un prezzo di sangue e di rinuncia, magari alla terra d’origine. Ancora oggi, a Lampedusa, trovano salvezza coloro che fuggono dalla guerra, ma intesa nel senso contemporaneo del conflitto, globale. Si fugge dai combattimenti e dalle persecuzioni, ma anche dall’impossibilità di immaginare un futuro, a causa dei cambiamenti climatici o della povertà e della fame. Siamo tutti vittime di guerra, in fondo, a volte anche solo di quella guerra contro le difficoltà della vita.
Per questo il grande maestro ha voluto rendere omaggio ai pescatori, alla loro vita dura, pericolosa, che non a caso sono i testimoni di quella ‘cultura del mare’ che non chiede a chi è in difficoltà in mezzo al mare permessi e documenti, ma salva, prima di tutto salva. Perché siamo tutti pescatori, tra le onde e nella fatica di vivere con dignità.